Il Farmacista rurale. Ricordi delle vacanze a Ripatransone

Il Farmacista rurale. Ricordi delle vacanze a Ripatransone

Da ragazzina andavo in vacanza a Ripatransone, un bellissimo paese in provincia di Ascoli Piceno: vicino al mare, ma in collina.

A Ripatransone mio zio Alberto aveva la sua farmacia: era un farmacista rurale. A onor del vero, c’erano due farmacie in paese, ma il farmacista “riconosciuto” era lo zio. Zio Aberto era una persona disponibile, non diceva mai di no. Ricordo che spesso il campanello di casa sua suonava anche all’ora di pranzo, lui si alzava da tavola e come se fosse la cosa più normale del mondo, a metà pasto usciva e tornava in farmacia perché c’era un’urgenza.

I suoi clienti non erano solo i paesani ma anche molti contadini delle campagne che circondavano il paese. Tutti lo riempivano di regali, prodotti della terra, frutta, verdura e quant’altro produceva quella splendida campagna. Così, per riconoscenza, per ringraziarlo della sua disponibilità e gentilezza.

Una o due volte la settimana riempiva la macchina di farmaci, pannolini, latte per bambini e tanto altro e andava in una frazione vicina perché aveva assegnato un armadio farmaceutico, a quel tempo si chiamava così. Tutto ciò avveniva all’ora di pranzo, durante quella che doveva essere la sua pausa. Poi tornava in paese e andava a lavorare in farmacia.

Se sono diventata farmacista in gran parte lo devo a lui. I primi passi li ho mossi nella sua farmacia, che aveva quell’odore caratteristico di medicine e laboratorio. Durante l’Università a volte andavo a preparare un esame da lui così la mattina studiavo e il pomeriggio iniziavo ad imparare “sul campo” il lavoro del farmacista. Questo per me è stato un grande vantaggio e mi ha arricchito molto.

Il farmacista cura le persone, non come un medico ma nel senso che se ne prende cura. In un piccolo centro spesso c’è solo un farmacista che ha un ruolo non solo sanitario ma anche sociale. A volte oggi, nella mia farmacia di un quartiere periferico di Roma ravviso dinamiche e relazioni simili a quelle che ho vissuto accanto a mio zio Alberto, di questo sono orgogliosa perché la sua professionalità era supportata da una grande umanità che spero di aver ereditato, almeno in parte.

Oggi si parla di tante prospettive nuove, la farmacia dei servizi, il supporto e l’integrazione col SSN, progetti interessanti.

Sono convinta però che dovremmo tenerci stretto quel ruolo sociale e di relazione, che è l’anima della nostra professione e che tanto bene hanno saputo e sanno interpretare tutti i farmacisti, in particolare i farmacisti rurali.

Alice Balestri 

Commissione Scientifica MondoFarmacia

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