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Marzo 14, 2025Nei giorni scorsi, un articolo del Corriere ha sollevato dubbi sulla qualità e l’affidabilità degli esami diagnostici effettuati in farmacia, mettendo in discussione anche la proposta di rimborsarli tramite il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). FederFarma sta preparando una risposta ufficiale. Tuttavia, come MondoFarmacia, associazione di categoria composta da centinaia di professionisti del settore, riteniamo necessario rispondere anche noi con chiarezza a queste osservazioni, evidenziando il valore fondamentale che le Farmacie svolgono nella prevenzione e nell’accessibilità ai servizi sanitari.
Nelle nostre Farmacie accogliamo ogni giorno migliaia di cittadini, spesso persone che non hanno un medico disponibile nell’immediato o che necessitano di controlli di routine per la gestione delle proprie condizioni croniche. I test diagnostici offerti in farmacia non sostituiscono quelli di laboratorio, ma rappresentano un valido strumento di screening rapido e accessibile, contribuendo a individuare precocemente patologie come il diabete, l’ipertensione e le dislipidemie e, a volte, come riportato dai media anche salvare vite umane
Affidabilità e controllo della qualità: le farmacie sono pronte
L’articolo del Corriere sostiene che gli esami in farmacia siano privi di adeguati controlli di qualità. È importante chiarire che i dispositivi utilizzati, i cosiddetti POCT (Point of Care Test), sono certificati CE e sottoposti a rigorosi processi di validazione da parte dei produttori e sono dotati di sistemi di controllo. Inoltre, molte farmacie già implementano protocolli di verifica interna per garantire la precisione dei risultati. L’altra questione sollevata nell’articolo si riferisce alla mancanza di referti validi e all’assunzione di responsabilità di quanto consegnato all’utente. Ma anche in questo torniamo al concetto iniziale: le analisi in farmacia servono per evidenziare alert necessari per consentire a medico e paziente di ricorrere ad eventuali approfondimenti diagnostici e clinici. Non servono a fare diagnosi e per tale motivo il documento che scaturisce dall’analisi in farmacia non è un referto. Servono certamente regole precise e standardizzate anche per quanto riguarda i locali della farmacia e su questo aspetto la nuova Convenzione stabilisce parametri rigorosi.
Differenze nei risultati e importanza della Prevenzione
Nessun metodo diagnostico è esente da variazioni nei risultati, nemmeno quelli di laboratorio. Le differenze tra sangue capillare (prelevato dal dito) e sangue venoso (prelevato con siringa) sono ben note e rientrano in margini di tolleranza clinicamente accettabili. Le variazioni nei valori ematici dipendono però anche da molteplici altri fattori: stato di idratazione, orario del prelievo, eventuali interazioni con farmaci e alimenti ecc.
Uno degli aspetti più trascurati nel dibattito è l’importanza della prevenzione. Un test rapido in farmacia può essere il primo campanello d’allarme per malattie croniche silenziose, permettendo di intervenire prima che la situazione peggiori. I test in farmacia sono pensati infatti per uno screening rapido, l’obiettivo non è fornire un valore assoluto, ma offrire un’indicazione immediata che può indirizzare il paziente a ulteriori accertamenti. In alcuni casi, l’uso di POCT, che è bene ribadirlo sono in dotazioni ad ospedali, cliniche nonché a molti mezzi di soccorso, ha permesso di individuare condizioni critiche e di indirizzare il paziente al medico in tempi molto più rapidi rispetto ai canali tradizionali.
Molti studi dimostrano che i POCT, se utilizzati correttamente, offrono risultati comparabili ai laboratori, con il vantaggio della rapidità. Il problema non è l’inaffidabilità dei POCT, ma la necessità di avere una medicina sul territorio in grado di rispondere alle esigenze della collettività. Le liste di attese sono una voragine che impedisce tuttora a molti cittadini di accedere a programmi di prevenzione. Con le analisi e la telemedicina in farmacia tale problematica risulterebbe meno importante grazie alla distribuzione capillare delle farmacie sul territorio in particolare nei piccoli centri e nelle periferie dei grandi agglomerati urbani.
Farmacie e SSN: una collaborazione necessaria
La proposta di rimborsare alcuni test diagnostici in farmacia su prescrizione medica non è una minaccia per la sanità pubblica, ma un’opportunità per rendere il sistema sanitario più efficiente e consentire l’attuazione di un serio programma di prevenzione in grado di tutelare la salute di milioni di cittadini assicurando nel contempo notevoli risparmi, in termini di costi e ospedalizzazioni, per il SSN. Ospedali e laboratori sono spesso sovraccarichi, con liste d’attesa che scoraggiano i pazienti dal controllarsi regolarmente. Le farmacie possono rappresentare un supporto concreto, decongestionando il sistema sanitario senza sostituire il ruolo di laboratori d’anali e medici. Il paziente avrebbe più accesso a screening tempestivi per malattie croniche, migliorando la prevenzione e riducendo i costi sanitari.
Conclusione
La strada da seguire non è quella della sfiducia, ma del miglioramento e dell’integrazione che conducono ad un solo scopo: la tutela della salute pubblica. Le esigenze della collettività sono mutate e la pandemia ci ha lasciato un grande insegnamento: per ridurre malattie e morti è fondamentale implementare la medicina sul territorio di cui le farmacie sono parte integrante. Se ricordate questo era una sorta di slogan ripetuto migliaia di volte dai media ed esperti del settore durante i terribili anni del Covid. Non dimentichiamolo.