Rassegna stampa a cura di MondoFarmacia 5 – 11 ottobre
Ottobre 11, 2023Perché le nuove generazioni di farmacisti “snobbano” il lavoro in Farmacia?
Ottobre 13, 2023La Medicina di Genere è un argomento per noi contemporaneamente datato e nuovissimo. Quando dico per noi, non mi riferisco unicamente a noi farmacisti, ma penso a noi comunità scientifica. Perché parlo di “datato” su di un argomento che è stato affrontato per la prima volta a livello internazionale da meno di trent’anni?
L’OMS ha iniziato a prendere atto dell’importanza della differenza tra i sessi inserendo il termine “Medicina di Genere” nell’Equity act nel 1998 ed ha istituito un Dipartimento, identificando il “Genere” come tema imprescindibile della programmazione sanitaria nel 2009.
In realtà, l’idea di personalizzare le terapie, non è per la medicina un argomento nuovo. Se vogliamo, la Galenica, che è, a ben vedere, l’arte da cui nasce la Farmacia, è per sua natura una personalizzazione della terapia ad un singolo individuo.
Questo modo di pensare la Medicina è stato accantonato con lo sviluppo di qualcosa che oggi riteniamo irrinunciabile, il Metodo sperimentale ed in particolare, per quanto riguarda il nostro settore la Ricerca in Doppio Cieco. Oggi nessuno riterrebbe scientificamente rilevante il singolo caso, il dato clinico non ripetibile, e questo ha posto le basi per criteri di ricerca uniformi e confrontabili a livello planetario. Per moltissimi decenni, nelle tre fasi di sperimentazione clinica, è stato adoperato come modello umano confrontabile l’uomo caucasico con peso attorno ai 70 Kg. Quando dico uomo mi riferisco proprio ad un individuo di sesso maschile (a scanso di dubbi). Secondo dati del FDA nel 1999 le donne sono presenti nelle tre fasi cliniche della sperimentazione sempre al di sotto del 25% e nei 10 anni successivi i dati sono solo in leggerissimo aumento.
C’è da chiedersi perché di un tale fenomeno, che conduce ad un gravissimo danno per la salute della donna, come si è potuto verificare solo negli ultimissimi anni.
I motivi ipotizzati sono sostanzialmente quattro:
- “Modello neuro”. La convinzione, preconcetta, che uomini e donne reagiscono allo stesso modo nella farmacocinetica, nella farmacodinamica e nella risposta ai farmaci.
- Fattore Etico. Paura che una donna andando incontro ad una gravidanza possa nella fase sperimentale, danneggiare il feto.
- Fattore economico. Prendere in considerazione, nel modello sperimentale le varianti uomo donna (e per quest’ultima il rapporto con il ciclo ormonale) rende la ricerca più costosa.
- Fattore socio-culturale. Meno donne aderiscono volontariamente alla sperimentazione per ragioni principalmente legate a fattori culturale della comunità.
Solo nel 2013 l’AIFA ha sollecitato le aziende farmaceutiche a produrre dati in funzione del genere e ad aumentare i progetti di ricerca orientati in tal senso e solo nel 2018 viene votato alla Camera dei deputati una legge (3/18) che all’art. 5 prevede l’istituzione presso l’ISS di un osservatorio dedicato alla medicina di genere, con il ruolo di informare per tempo sui risultati raggiunti il Ministero della Salute.
Eppure, in pochi anni, si sono accumulate prove che dimostrano che molti cofattori portano a risposte differenti (in alcuni casi del 50% ed oltre) nei dosaggi dei farmaci da impiegare, tenendo conto della sola differenza di genere:
- Peso e superficie corporea media.
- % di grasso e di contenuto di acqua extracellulare.
- Volume plasmatico e concentrazione delle proteine plasmatiche.
- PH e velocità di svuotamento gastrico/intestinale.
- Funzionalità epatica ed attività del Citocromo P450.
- Ma sono principalmente gli ormoni sessuali, che regolando molte funzioni dell’organismo ed interagendo con specifici recettori delle ossa, dei vasi sanguigni, del cervello e del fegato, producono una differente farmacodinamica del farmaco assunto. Questo vale, ovviamente, sia per gli ormoni endogeni, sia per quelli esogeni.
Attraverso studi di farmacovigilanza di genere, si è potuto osservare che gli oppioidi rispondono nelle donne ad un dosaggio del 60% inferiore rispetto agli uomini.
Attraverso studi di genere si è potuto osservare che integratori a base di Omega-3 oltre ad abbassare i trigliceridi e a svolgere attività antiossidante (comune con i maschi), ha dimostrato un miglioramento della funzione insulinica nel diabete gestazionale.
Sotto il punto di vista del dosaggio, per la prima volta, la FDA ha deciso d’intervenire su un farmaco sollevando la questione di genere nel 2011. Lo zolpidem viene metabolizzato due volte più rapidamente nell’uomo, rispetto alla donna e per tale ragione ha raccomandato di abbassare da 10 a 5 mg il dosaggio del farmaco nel genere femminile. In Europa, per ora, tutto tace.
La questione di genere, molto più ampia di quanto ho trattato in queste poche righe, apre il vaso di Pandora sulla personalizzazione della terapia. Cosa dire degli anoressici e dei bulimici, del mondo variegato della pediatria e dell’altrettanto complesso mondo della 4° età? Esiste anche un’ampia variabilità enzimatica nelle diverse aree della terra per quanto riguarda la razza umana. A tali differenze può corrispondere la necessità di differenziare i dosaggi dei farmaci. I parametri di cui tener conto, come diventa evidente, sono impossibili da gestire anche da Pico della Mirandola. Per tale ragione ho voluto intitolare il pezzo Intelligenza Artificiale e Differenza di Genere. Dosaggi personalizzati, interazioni tra diversi farmaci e tra farmaci ed integratori alimentari, aderenza alla terapia … sono veramente troppi i dati che un “povero farmacista” deve tenere in considerazione per essere il custode del farmaco, come da insegnamento universitario. Meglio di noi potrebbe fare un’I.A. programmata allo scopo. Ma allora siamo diventati sostituibili? O meglio, è ora che ci rottamino?
Ovviamente no! Non cambia il nostro ruolo in Farmacia, che resta quello di accogliere, ascoltare e consigliare i pazienti che desiderano il nostro aiuto. Pone, però, ancora una volta la necessità di ripensare gli studi universitari che formano i nostri bravi, giovani colleghi, che escono dalla facoltà con l’idea di poter fare un tipo di professione anni luce distante dalla realtà quotidiana.
Dottor Tito Piccioni
Coordinatore Commissione Scientifica MondoFarmacia