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Luglio 26, 2023Spesso chi ha subìto un infarto, superata la fase acuta, abbassa il livello di guardia. Un atteggiamento favorito dall’emergenza cha abbiamo vissuto; per questo pensando alle ferie, è importante seguire poche regole a tutela della salute del cuore dei pazienti.
Ecco qualche consiglio utile per vivere il momento di vacanza sereni:
- Prima di partire fare una visita di controllo dei parametri e delle terapie. Tutti gli indicatori del rischio cardiovascolare vanno verificati per capire se la terapia prescritta necessita, da parte dello specialista, di aggiustamenti per affrontare il periodo di vacanza. Attenzione particolare per l’ipercolesterolemia, il trattamento dell’ipertensione, la terapia antiaggregante e il controllo del diabete.
- Terapie sempre con sé. Anche se in Italia non abbiamo problemi di reperibilità dei farmaci è meglio partire con la copertura terapeutica necessaria. Una settimana, quindici giorni o un mese di vacanza non cambia: i pazienti devono portare con sé i farmaci necessari a coprire l’intero periodo di ferie e seguirla sempre.
- Cartella clinica. La tecnologia ci viene in aiuto per permettere ai pazienti di consultare la propria anamnesi ovunque, utile soprattutto se il paziente ha necessità di ricorrere a un medico in vacanza. Attraverso apposite App è possibile salvare sul proprio smartphone o dispositivo digitale la storia e i dati clinici strumentali del paziente.
- Conoscere i presidi ospedalieri dei luoghi di villeggiatura. Qualsiasi sia la destinazione per un paziente in prevenzione secondaria è importante sapere se ci sono strutture sanitarie con Pronto Soccorso raggiungibili facilmente in caso di sintomatologie sospette.
- Mare, collina e montagna. È sempre bene confrontarsi con lo specialista per capire se ci sono controindicazioni rispetto alle destinazioni scelte, soprattutto se l’evento acuto è recente. Non tutte le località sono uguali per clima, altitudine e temperature.
- Aereo, auto, treno. Nemmeno il mezzo di trasporto va sottovalutato: il paziente che ha avuto un infarto da pochi mesi è bene si confronti con lo specialista per essere rassicurato su come può effettuare gli spostamenti. L’aereo, anche se potrebbe sembrare il mezzo da valutare con maggiore attenzione, ha cabine pressurizzate per assicurare una adeguata concentrazione di ossigeno; al contrario il viaggio in auto, soprattutto se è il paziente a guidare, potrebbe essere molto più stressante dell’aereo.
- Favorire una vita attiva. Dopo settimane in cui si è stati costretti a restare fermi, è bene sfruttare la fine dell’estate per riprendere un’attività fisica costante*. Brevi passeggiate nelle ore meno calde e lontane dai pasti aiutano ad esempio a tenere sotto controllo la pressione arteriosa. Anche l’attività sportiva deve essere sempre autorizzata dallo specialista.
- Alimentazione e idratazione. È sempre il momento giusto per migliorare il colesterolo e per questo la dieta mediterranea rimane un’alleata preziosa: sì a frutta e verdura che la stagione offre in grande quantità e varietà, ma anche pesce, limitando le uova, la carne, i condimenti troppo grassi e l’eccessivo uso di bevande alcoliche.
- Dormire bene e il numero giusto di ore. Non sempre vacanza è sinonimo di riposo sereno, a volte si fa fatica ad ambientarsi nei luoghi di villeggiatura. Ma il cattivo sonno, si sa, altera i parametri emodinamici (frequenza cardiaca e pressione arteriosa) con conseguenze negative soprattutto per chi ha già avuto un evento cardiovascolare acuto. La raccomandazione è di cercare di mantenere orari costanti e favorire il sonno con passeggiate serali o ricorrendo a tisane rilassanti.
*Svolgere attività fisica dopo i sessant’anni aiuta a migliorare la capacità di concentrazione, di attenzione e gestione del tempo.
Lo rivela uno studio condotto dalla York University e dalla McGill University, che spiega come questa correlazione sport-cervello, per gli over 60, sia realmente efficace solo per gli uomini.
Il genere è, dunque, un fattore rilevante da tenere in considerazione quando si parla salute del cervello in età adulta.
- Con l’attività fisica migliora il flusso sanguigno cerebrale, fondamentale per mantenere in salute il cervello e ridurre l’impatto negativo della sedentarietà.
- Lo sport ha un ruolo fondamentale nelle varie fasi evolutive della persona, da quella infantile/adolescenziale all’età avanzata. A mano a mano che la persona cresce, i benefici dello sport non sono solo osseo-articolari ma dell’intero sistema: lo sport aumenta le endorfine, accresce lo stato di benessere e migliora tutti gli altri apparati. Nella tarda età diventa fondamentale perché lo scheletro, e ovviamente l’osteoporosi, sono direttamente correlate ad un’attività più o meno intensa. Quindi osteoporosi e sarcopenia, dove c’è una riduzione della qualità del tessuto muscolare, si prevengono proprio facendo attività sportiva. Migliorando tono ed elasticità si può prevenire e ridurre il rischio di fratture per una caduta, si può ridurre il rischio e rallentare l’evoluzione di patologie degenerative quali l’artrosi.
- C’è da tenere in considerazione, però, che bisogna saper scegliere la disciplina più adatta al proprio fisico ed anche al livello di allenamento.
Nella fase più anziana sono indicati la ginnastica a corpo libero, le camminate lunghe, il Tai Chi e il Pilates: insomma, tutto ciò che mantiene il coordinamento e il movimento armonico che sollecita lo scheletro e la muscolatura per prevenire osteoporosi e sarcopenia. Attività sportive a basso impatto migliorano, di fatto, la tonicità e l’elasticità muscolare dell’anziano, con conseguente miglioramento delle performance funzionali e importanti ricadute sulla qualità della vita, oltre ad un impatto psicologico e sociale altamente positivo.
Commissione Scientifica MondoFarmacia