Monitoraggio dell’aderenza terapeutica nell’asma e nelle BPCO: l’analisi dei primi dati raccolti
Luglio 19, 2023Assistenza Domiciliare Integrata: un’opportunità da non perdere
Luglio 19, 2023Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, PNRR, prevede un finanziamento per la realizzazione entro giugno 2026 di 1350 Case di Comunità. L’obiettivo è di offrire assistenza sanitaria di prossimità soprattutto alla popolazione più anziana, riducendo il numero delle ospedalizzazioni.
Il paziente viene preso in carico grazie ad un modello multidisciplinare. La cura e la gestione del paziente è frutto della collaborazione del MMG, del PLS, l’infermiere di famiglia e altri professionisti sanitari. La CdC offre anche la diagnostica di base, il punto prelievi, vaccinazioni, servizi di prenotazione visite e ricoveri (CUP), servizi di telemedicina, servizi per la salute mentale, per le dipendenze e l’assistente sociale. Si valuta una CdC ogni 50.000 abitanti, nel Lazio 125. Il DM 77 parla di CdC Hub e Spoke. Hub deve essere presente ogni 40.000/50.000 abitanti con dotazione di servizi e personale a cui sono dedicati finanziamenti di circa 1,6 milioni di euro per ogni struttura. Spoke è una struttura più snella ma senza risorse dedicate, dipende quindi dalla disponibilità regionale o dalla presenza di strutture già esistenti che potrebbero essere riconvertite in Spoke. Il finanziamento del PNRR è previsto per la realizzazione strutturale e tecnologica ma all’interno di ogni CdC vi saranno 5 unità di personale amministrativo, 10 MMG, 8 infermieri ecc. Tutto il personale sarà assunto quando le CdC saranno diventate operative e quindi nel 2027 anno in cui si esaurisce il finanziamento del PNRR . Le risorse che dovranno finanziare l’assunzione del personale sono molto vaghe e incerte. La costruzione ed attivazione delle CdC sono risolutive per quanto concerne l’assistenza di prossimità? Solo in parte. Il PNRR ne prevede una ogni 50.000 abitanti ma risulta difficile pensare che nei piccoli centri sia agevole raggiungere la struttura di competenza per quel territorio. In Italia ci sono circa 20.000 farmacie di cui 6700 rurali con un bacino di utenza di 5.000 abitanti, 4200 di 3.000 abitanti e 2000 di 500 abitanti. I numeri parlano chiaro.
La L. n. 69/2009 e Dlgs n. 153/2009 hanno decretato la nascita della farmacia dei servizi e per la prima volta la farmacia può ampliare le prestazioni nell’ambito delle cure primarie. L’obiettivo è l’integrazione tra farmacie e SSN attraverso nuove funzioni sanitarie erogate. Sono tante le attività svolte dalle farmacie e tante potranno essere svolte : dalla Telemedicina al Recup, dai tamponi ai vaccini,dall’aderenza alla terapia alla consegna a domicilio. Ma la lista potrebbe continuare. In alcune regioni sono partiti dei progetti pilota sulla farmacia dei servizi con l’obiettivo di risparmio del denaro pubblico, l’abbattimento delle liste d’attesa e la possibilità di avere servizi sotto casa. Le CdC e la farmacia avranno una parte di attività sovrapponibili , ma una distribuzione sul territorio sostanzialmente diversa e inoltre le seconde sono già operative. C’è incompatibilità? No è auspicabile una integrazione. A questo punto qual’è il ruolo del sindacato nella contrattazione regionale per l’attivazione della farmacia dei servizi e l’integrazione con le CdC ? Sicuramente dare all’accordo una caratteristica principale : pari opportunità e sostenibilità per tutte le farmacie soprattutto la realizzabilità per le farmacie rurali e dei piccoli centri. Solo così avrà senso la farmacia dei servizi nelle cure di prossimità rendendo possibile l’accesso alle cure primarie ai pazienti che vivono nelle zone più marginali delle grandi città e quelle lontane dai centri urbani. Durante l’epidemia del Covid 19 le farmacie hanno stipulato un accordo per l’esecuzione dei tamponi rapidi. Una delegazione di MondoFarmacia presentò una proposta di semplificazione del protocollo di esecuzione e organizzazione dei tamponi rapidi, sempre rispettando la sicurezza e la salute degli operatori e dei pazienti, per dare modo a tutte le farmacie di poter offrire alla popolazione il servizio. La proposta fu accettata dal Gen. Figliuolo che capì l’importanza della capillarità e della prossimità ed il ruolo delle piccole farmacie nell’erogazione di servizi indispensabili per la comunità. La difesa e la tutela di tutta la categoria, ma in particolare le piccole realtà rappresentano fattori indispensabili per lo sviluppo della medicina sul territorio perché solo così si garantisce la cura e l’assistenza di prossimità in generale , valore e forza della farmacia italiana. Per tale motivi confidiamo in un impegno sempre maggiore del Sindacato e di tutte le organizzazioni di categoria.
Dr.ssa Alice Balestri
Commissione Comunicazione MondoFarmacia
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Tutto vero Alice , speriamo Ada Franchi