La Farmacia tra accordi e servizi: in gioco c’è il nostro futuro
Giugno 20, 2023Progetto di monitoraggio dell’Aderenza Terapeutica in Farmacia
Giugno 20, 2023di Morgana Pisano
Quella del farmacista è un’antica professione che affonda le sue radici nel terreno della botanica prima e della chimica poi, una professione caratterizzata dal fascino esoterico dell’alchimia e dall’esperienza secolare degli antichi speziali, un crescendo inesauribile di studio, conoscenza ed esercizio.
Parlare oggi del farmacista e della farmacia è impresa ardua, perché non basta sviscerare o focalizzarsi su un unico aspetto come la dispensazione del farmaco al pubblico ma, prendere in esame il contesto culturale, economico, sociologico e tecnologico del nostro tempo. Oggi infatti risulta più giusto parlare di “sistema farmacia” indicando con questo termine un processo in continua evoluzione in cui il farmacista sta passando, negli anni, da dispensatore del farmaco a dispensatore di servizi.
Cambia il volto della farmacia, cambia il volto del farmacista.
Questo nuovo modello di farmacia nasce con la legge n. 69/2009 e con il D.lgs n. 53/2009 che, se da un lato hanno consolidato alcune attività che la farmacia già svolgeva, dall’altro hanno definito e ampliato i nuovi compiti con il fine di favorire la deospedalizzazione e di consentire una serie di servizi non più limitati al solo regime privato, ma anche a carico del SSN.
In particolare la farmacia oggi può:
- Rientrare in iniziative finalizzate a garantire il corretto utilizzo dei medicinali prescritti e attuare la relativa farmacovigilanza;
- Erogare servizi di PRIMO LIVELLO ossia realizzare programmi di educazione sanitaria e campagne di prevenzione di patologie a forte impatto sociale, rivolti a gruppi a rischio o alla popolazione in generale;
- Erogare servizi di SECONDO LIVELLO rivolti a singoli pazienti prevedendo anche l’inserimento delle farmacie tra i punti forniti di defibrillatori semiautomatici;
- Eseguire prestazioni analitiche di prima istanza (es. glicemia, colesterolemia, trigliceridemia etc.) rientranti nell’ambito dell’AUTOCONTROLLO;
- Prenotare prestazioni di assistenza specialistica presso strutture sanitarie pubbliche o private accreditate, pagare relativi ticket e ritirare i referti delle suddette prestazioni;
- Consegnare a domicilio farmaci e dispositivi medici;
- Preparare e dispensare a domicilio miscele per la nutrizione artificiale e farmaci antidolorifici;
- Dispensare per conto delle strutture sanitarie farmaci a distribuzione diretta;
- Mettere a disposizione del paziente operatori socio sanitari, infermieri e fisioterapisti per effettuare prestazioni professionali a domicilio, richieste dal medico di famiglia o dal pediatra di libera scelta.
I successivi tre decreti attuativi del D.lgs n. 153/2009 hanno delimitato meglio il contesto nel quale il farmacista può operare.
Il Decreto Ministeriale del 16/12/2010 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 57 del 10/03/2011) fa riferimento ai test auto-diagnostici, ossia ai test eseguibili direttamente dai pazienti come auto-controllo a domicilio o presso la farmacia e se in condizioni di fragilità o non completa autosufficienza, con l’ausilio di un operatore sanitario e ai servizi di secondo livello come holter cardiaco o pressorio mediante telecardiologia o telemonitoraggio da eseguire in farmacia con strumenti non invasivi. Il Decreto ribadisce il divieto per le farmacie di adoperare strumentazioni che prevedano il prelievo del sangue o del plasma del paziente e sancisce degli obblighi come la predisposizione di uno spazio separato per l’effettuazione del test affinché sia anche tutelata la privacy del paziente, la manutenzione degli strumenti, la formazione e l’aggiornamento periodico degli operatori e la disposizione nel locale della farmacia delle indicazioni delle tipologie di prestazioni analitiche disponibili agli utenti. Il farmacista inoltre deve spiegare al paziente la differenza tra un test autodiagnostico e un test eseguito in laboratorio e deve informarlo che i risultati devono essere sottoposti all’attenzione del medico.
Diventa necessario però precisare che si assiste negli anni al superamento del concetto di autotest e che il farmacista compie ulteriori passi in avanti nella somministrazione dei servizi in farmacia. L’ordinanza del Consiglio di Stato N. 01634/2021, emanata in piena epoca Covid relativamente alla richiesta di sospensione proposta dall’Ordine nazionale dei biologi dell’accordo stipulato a dicembre tra la Regione Emilia-Romagna e le farmacie per l’esecuzione di test antigenici rapidi in farmacia, sancisce che il test rapido con prelievo nasale per la rivelazione dell’antigene del coronavirus deve essere eseguito direttamente dal personale abilitato, nel quale è compreso il farmacista, in quanto un test eseguito dallo stesso paziente, anche se sotto vigilanza di un farmacista, è a rischio di falsi negativi e quindi può comportare gravi rischi per la salute pubblica.
Il Decreto Ministeriale del 16/12/2010 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 90 del 19/04/2011) regolamenta l’attività degli operatori sanitari in farmacia, infermieri e fisioterapisti, in possesso del titolo abilitante e iscritti al Collegio di appartenenza, i quali possono operare su indicazione del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta sia in farmacia che a domicilio.
Il Decreto attuativo del 08/07/2011 ha sancito che la farmacia, attraverso una postazione dedicata, possa accedere al servizio CUP.
La farmacia si trasforma cambiando l’abito, indossa quello dell’innovazione e della sperimentazione grazie al quale il farmacista non è più solo un operatore commerciale specializzato ma diventa un operatore che trova il suo posto in ambito sanitario e di comunità, scende in campo insieme agli altri operatori sanitari offrendo il suo servizio, contributo, aiuto e supporto nei casi di emergenze sanitarie (basti pensare al lavoro svolto per aiutare a contrastare il COVID-19 con l’esecuzione di tamponi e la somministrazione di vaccini alla popolazione), collabora sempre di più con i medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta per la presa in carico del paziente fragile o cronico affinché sia resa più efficiente la rete di servizi a loro dedicata, come il servizio di accesso personalizzato ai farmaci. Infatti, attraverso la ricetta elettronica, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che effettuano le prescrizioni possono collaborare con le farmacie prescelte dal paziente per l’erogazione dei servizi grazie al dossier farmaceutico. Il farmacista può fornire al paziente ogni informazione sulle cure prestate, sulle modalità di assunzione personalizzata del farmaco e può informare, qualora necessario, il medico prescrittore circa la regolarità o meno dell’assunzione del farmaco o circa il rinnovo della prescrizione per garantire l’ADERENZA ALLA TERAPIA.
Il farmacista però non dimentica mai di sfoggiare il suo abito tradizionale, quello che ricorda i principi su cui si basa la sua professione: la gestione del farmaco, il consiglio, l’informazione, l’educazione ma soprattutto la tutela della salute delle persone. Al di là del banco del farmacista c’è gente che soffre, ci sono i malati cronici, i fragili, ci sono anziani, donne, uomini o bambini, ci sono le PERSONE che verranno sempre prima degli affari.
Le prospettive future? L’evoluzione verso un modello di farmacia che diventa un centro per la salute e il benessere della persona dove i servizi faranno la differenza se offerti in maniera adeguata; la trasformazione in una farmacia che risponde sempre maggiormente alle esigenze dei pazienti e della comunità in maniera personalizzata giocando un ruolo importante anche nella prevenzione di patologie a forte impatto sociale o patologie tumorali. In quest’ultimo caso ci saranno farmacie “oncologiche” in cui il farmacista avrà acquisito competenze di estetica e di nutrizione oncologica, per poter consigliare prodotti appositi a chi effettua ad esempio la chemioterapia o la radioterapia e per suggerimenti alimentari e nutrizionali a supporto del malato oncologico. O ancora ci si sposterà verso la farmacia di famiglia, di libera scelta da parte dei cittadini al pari del medico di medicina generale che prenderebbe in carico il paziente cronico o fragile che in questo modo avrebbe al suo fianco sempre una figura professionale competente in ambito sanitario. La farmacia del domani, per la sua diffusione capillare sul territorio e per il suo forte rapporto di fiducia che la lega fin da sempre al paziente, sarà in grado di offrire quella personalizzazione della terapia sulla quale punta. In tal caso un servizio che la farmacia potrebbe offrire sarebbe il deblistering che consiste nello sconfezionamento di un medicinale acquistato in farmacia, che viene riconfezionato in dosi personalizzate per il paziente tenendo conto delle indicazioni fornite dal medico. Ciò comporterebbe una maggiore compliance per il paziente, una riduzione degli sprechi e di farmaci scaduti e una maggiore aderenza alla terapia.
La pandemia ha accelerato questo processo di trasformazione e i cittadini ad esempio valutano positivamente la possibilità che le farmacie diventino degli hub vaccinali per la somministrazione non solo dei vaccini anti-Covid e anti-influenzale e che si prestino all’esecuzione di altri tamponi come quello per la ricerca dello streptococco beta emolitico, ma ancora lunga è la strada per superare le sfide future, a partire dalla giusta remunerazione per i servizi erogati e al miglioramento dei sistemi informatici, che dovrebbero essere uniformati, e dell’afabetizzazione digitale. Sia le Istituzioni centrali che le Regioni dovrebbero operare e investire per l’attuazione di questi servizi e il raggiungimento di questi obiettivi.
Figura di riferimento per il cittadino/paziente, il vero farmacista sarà sempre quello che, nonostante i cambiamenti e le innovazioni, non si limiterà a dispensare, vendere il farmaco e a rendere la farmacia un luogo freddo e impersonale in grado di offrire tutte le categorie merceologiche a prezzi scontati al paziente, ma sarà quel ponte tra il medico e il paziente, colui che, in questa evoluzione della sua professione, sembra uscire dalla farmacia per sedere sempre al fianco della comunità che quotidianamente serve.