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Giugno 20, 2023Sono infezioni anche gravi, allergie e reazioni tossiche e anafilattiche quelle che possono insorgere dopo l’inoculazione di un inchiostro per tatuaggi. L’allarme era già stato lanciato al congresso dei dermatologi europei dello scorso anno a Bruges in Belgio, quando gli specialisti avevano chiesto una lista di ingredienti permessi dall’Unione Europea che avessero gli stessi standard richiesti “almeno” ai cosmetici.
Obiettivo: uniformare gli standard di sicurezza per i consumatori europei ormai unanimemente pazzi per la moda del tatuaggio. Moda e non sempre amore per sempre visto che i dati dicono che il 20% dei tatuaggi si penta del disegno e chieda al medico consigli per la rimozione.
Lo scorso aprile la dottoressa Christa De Cuyper, in forze al Saint Jan General Hospital di Bruges ha diffuso il video di un cartone animato dedicato ai giovani tra i 18 e i 25 anni proprio per aiutarli a prendere la giusta decisione e per far capire che la rimozione di un tatuaggio è faccenda costosa, complessa e dolorosa.
Al congresso di Vienna che si è concluso domenica 9 novembre invece ha presentato una proposta per ridurre l’impatto negativo dei pigmenti sulla salute pubblica.
Due i pilastri della proposta: igiene e sicurezza. Igiene per i materiali usati per eseguire i tatuaggi ed evitare di trasmettere infezioni e malattie in maniera rigorosa e regolamentata dalla legge con pene per i trasgressori e liste di ingredienti permessi. La responsabilità di acquistare prodotti sicuri non può essere demandata infatti ai singoli operatori.
La Commissione europea ha richiesto già alla Agenzia europea chimica (Echa) di porre i prodotti per tatuaggi e trucco permanente nella cornice del regolamento Reach, questo perché i pigmenti sono formulazioni molto complesse, una miscela di ingredienti di diversa natura che includono colore, conservati e additivi. I paesi produttori sono moltissimi, a partire dagli Stati Uniti, l’Europa oppure Asia dove spesso le formulazioni non rispondono agli stessi criteri normativi della risoluzione europea e che possono anche contenere ingredienti cancerogeni o rilasciare metaboliti tossici per l’organismo che si attivano nella pelle.
Ma gli operatori del settore sono ovviamente preoccupati che molti di prodotti che utilizzano finiscano fuori legge e che debbano rivolgersi al mercato nero per procurarsi i prodotti preferiti, quindi la strada dei dermatologi sembra quella non di vietare, ma di approvare una lista di ingredienti permessi.