Aids, Sars, Aviaria … in attesa della Peste del III Millennio!
Giugno 20, 2023La rinascita della Farmacia: dalla Pandemia alle nuove opportunità
Giugno 20, 2023La Curcuma Longa (sin. Curcuma domestica Valeton e Amomum curcuma Jacq.) è una pianta della famiglia delle Zingiberaceae, originaria dell’India.
Nella tradizione etnobotanica asiatica la curcuma è utilizzata come rimedio quasi universale, ma in particolare è sempre stata usata per i disturbi digestivi (indicazione per la quale esiste una monografia dell’European Medicines Agency), per i disordini intestinali, per gli stati influenzali, per regolarizzare il flusso mestruale, per la funzionalità articolare e in tutte le situazioni di indebolimento organico. Ad uso esterno, la curcuma è utilizzata per trattare acne, foruncoli, piccole ferite, eczemi e infezioni virali[i].
La Curcuma longa, per via della varietà e ricchezza di principi attivi, ha dimostrato grande interesse nella comunità scientifica; Curcuma rizoma è inserita in tutti i riferimenti ufficiali della fitoterapia moderna ed è quindi inserita come monografia nella Farmacopea Europea 9° ed., EMA ed ha, anche, una monografia OMS.
Poiché è in grado di interagire con numerosi target biologici, produce numerose azioni. Alla Curcuma longa sono attribuite attività: antiossidanti, antivirali, antimicrobiche, ipoglicemiche, antinfiammatorie e cicatrizzanti. Per la sola curcumina sono stati individuati ben 326 diverse attività biologiche.
L’EMA autorizza l’utilizzo dell’estratto secco con l’indicazione terapeutica riportata nella monografia per i sintomi dispeptici come pienezza flatulenza e digestione lenta.
In Italia il Ministero della Salute stabilisce la possibilità di utilizzare C. longa negli integratori alimentari, riportando come parti ammesse il rizoma e l’olio essenziale. Per queste due parti di pianta sono concessi due claim salutistici: funzionalità articolare; contrasto dei disturbi del ciclo mestruale. Il rizoma ha un terzo claim: antiossidante (all. 1 DD 09/01/2019).
Le indicazioni gastrointestinali, seppur ormai assodate, sono indubbiamente le meno interessanti riguardanti questa droga vegetale. Particolare attenzione è stata recentemente data al ruolo immunomodulante della Curcuma, che si manifesta a carico delle cellule dendritiche, dei macrofagi e dei linfociti B e T attraverso la modulazione dell’attività di NF-kB e le vie di segnalazione JAK/STAT[ii].
Ha un’azione immunostimolante, data dall’aumentata produzione di anticorpi e dal potenziamento dell’attività delle cellule immunitarie.
Ha un’azione diretta contro virus (su Virus influenzale A, HCV, HIV, Herpesvirus, HPV, NOROVIRUS); batteri (Staphylococcus, Streptococcus e Pseudomonas) e miceti (Candida sp.).
Svolge un’azione blandamente antiinfiammatoria. I curcuminoidi inibiscono le lipossigenasi (LOX), le ciclossigenasi (COX), le fosfolipasi e di conseguenza la sintesi di leucotrieni, prostaglandine e trombossani[iii].
Strettamente connessa all’attività antinfiammatoria è la potente attività radical scavenger posseduta dai curcuminoidi.
L’azione antinfiammatoria e antiossidante dei curcuminoidi sono alla base dell’azione benefica a livello dell’apparato cardiovascolare poiché l’azione antiossidante permette di abbassare l’addensarsi delle lipoproteine LDL ossidate che rappresentano il primo innesco alla formazione della placca aterosclerotica e l’azione antinfiammatoria riduce il rischio di aggregazione delle cellule schiumose alla placca neoformata. Per quanto riguarda il processo aterosclerotico la curcumina interviene, inoltre, mobilitando l’alfa-tocoferolo dal tessuto adiposo proteggendolo dal danno ossidativo. La curcuma protegge le strutture connettivali inibendo inoltre l’elastasi, la ialuronidasi e la collagenasi[iv], enzimi responsabili della degradazione dell’elastina, dell’acido ialuronico e del collagene.
Nonostante le numerose proprietà dimostrate ed il riconosciuto profilo di sicurezza, l’attività terapeutica della Curcuma è possibile solo ad elevati dosaggi. Un recente Studio (Yazumi, S.; Chiba, T.; Aggarwal, B. B. Cancer Chemother. Pharmacol. 2010 in press.) ha evidenziato come solo in uno dei sei partecipanti (che hanno assunto ben 12 grammi di curcuminoidi), sono state rinvenute tracce di curcumina libera nel plasma.
La cattiva biodisponibilità è essenzialmente attribuibile:
- allo scarso assorbimento a livello intestinale poiché la Curcuma è instabile a pH fisiologico. Circa il 75% della curcumina ingerita viene infatti escreta nelle feci in forma non metabolizzata.
- alla rapida metabolizzazione causata dal sistema enzimatico. La curcumina viene rapidamente metabolizzata dal microbiota intestinale e dal fegato. Dopo l’assunzione orale, la curcumina viene rapidamente convertita a livello epatico nei rispettivi glucoronidi e solfati o viene ridotta a esaidrocurcumina nell’intestino e nel fegato. I derivati metabolici della curcumina non possiedono la stessa attività biologica del composto di partenza.
Per questi motivi sono state studiate diverse formulazioni atte ad aumentare l’assorbimento e l’efficacia della Curcuma, mantenendo al contempo il profilo di sicurezza della pianta.
- Un primo tentativo è stato compiuto inserendo nelle formulazioni di Curcuma longa il Piper nigrum, per antagonizzare il metabolismo epatico (con modesti risultati, ma con un evidente effetto collaterale gastro-lesivo).
- Sono in commercio preparati di curcumina con biodisponibilità migliorata da una miscela unica di curcuminoidi e olio essenziale di curcuma stessa.
- Risultati migliori si sono ottenuti circondando le molecole di curcuminoidi con la lecitina di soia (nei liposomi il principio attivo è incorporato nella cavità o tra le code lipidiche della membrana), rendendo il composto da liposolubile in idrosolubile, producendo un miglior assorbimento intestinale ed evitando il primo passaggio epatico[v].
- Un altro studio è stato effettuato creando una matrice di galattomannani di origine naturale, con un effetto retard nell’assorbimento dei curcuminoidi (la matrice si fonde al muco intestinale liberando lentamente gli estratti vegetali al sito di assorbimento plasmatico.
SICUREZZA CLINICA/FARMACOVIGILANZA
“Un integratore alimentare contenente curcumina ha ricevuto la notifica di GRAS (generalmente riconosciuto come sicuro) della FDA fino a 1000 mg al giorno per una persona di 60 kg (notifica GRAS della FDA, 2018, come riportato dall’Assessment EMA sulla curcuma).
Secondo il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA, l’assunzione giornaliera di curcumina dalla dieta normale è inferiore a 7% della ADI di 3 mg/kg al giorno, con un’esposizione giornaliera massima teorica di 6,9 mg/kg di peso corporeo per giorno per gli adulti e di 11,9 mg/kg al giorno per un bambino di 3 anni tipico (EFSA 2010).
Negli USA la curcumina (e i curcuminoidi) è considerata ODI (Old Dietary Ingredient) e quindi è ammessa come ingrediente per dietary supplements.
A causa di un potenziale effetto sulla secrezione biliare, C. longa non è raccomandato in caso di ostruzione di il dotto biliare, colangite, malattie del fegato, calcoli biliari e qualsiasi altra malattia biliare (Blumenthal 1998, ESCOP Monograph 2003, Rasyid et al., 2002, OMS 1999).
L’EMA fornisce un’indicazione di sicurezza per la curcuma e curcuminoidi a questi dosaggi: droga polverizzata: fino a 3 g/die; droga frantumata per infusioni: fino a 3 g/die; tintura (rapporto droga:estratto, DER, 1:5): fino a 10 ml/die; estratti secchi classici ad alto titolo in curcuminoidi (DER 13-25:1): fino a 162 mg/die. (Final European Union herbal monograph on Curcuma longa L., rhizoma – Revision 1, 2019).
L’OMS riporta lo stesso dosaggio dell’EMA per la droga polverizzata, ritenuto efficace e sicuro.
EFSA stabilisce una ADI 3 mg/kg di peso corporeo di curcumina. Nel compendio delle sostanze e preparati vegetali redatto da EFSA per la prima volta nel 2012 e successivamente aggiornato, i curcuminoidi non sono riportati tra le sostanze potenzialmente nocive per la salute umana e per C. longa riporta solo warning riguardanti canfora e 1,8-cineolo, costituenti presenti in tracce nell’olio essenziale.
Attualmente la curcumina è anche un colorante alimentare autorizzato nell’UE con livelli massimi di utilizzo consentiti che variano da 20 a 500 mg/kg di cibo in base al tipo di cibo.
La curcumina è anche consentita nelle bevande a livelli fino a 200 mg/l (EFSA 2010).
In merito agli effetti epatotossici osservati in ratti e topi dopo somministrazione ripetuta, gli autori sottolinearono come questi cambiamenti fossero stati osservati a dosi estremamente elevate di curcuma, circa 200-5000 volte la ADI indicata dal JECFA[vi].”
- Estate 2019
Tutti noi, però, ci ricordiamo come nell’estate 2019 molti prodotti a base di curcuminoidi siano stati ritirati dal mercato e come la richiesta di integratori alimentari basati sulla droga vegetale Curcuma longa si sia improvvisamente azzerata.
Ricostruiamo i fatti avvenuti.
Nei primi mesi del 2019 il Ministero della Salute aveva segnalato diversi casi in Italia di epatite colestatica acuta riconducibile al consumo di integratori alimentari a contenenti estratti e preparati di Curcuma longa. In particolare, 21 persone che avevano assunto preparati a base di curcuma sono state ricoverate in ospedale colpite da epatite colestatica acuta, un tipo di epatite non contagiosa e reversibile causata dall’ingestione di sostanze tossiche per il fegato.
Vennero allora ritirati 13 integratori a base di Curcuma e segnalati altri 20, producendo l’immediato generale allarme da parte di tutti i consumatori sull’intera classe di prodotti.
Grazie alle analisi successivamente condotte da un gruppo interdisciplinare di esperti e dal Comitato tecnico per la nutrizione e la sanità animale è stato possibile escludere la presenza di contaminanti o di sostanze volontariamente aggiunte quali possibili cause del danno epatico. Per quanto riguarda la curcuma in polvere non sono emersi elementi per particolari raccomandazioni.
Queste le conclusioni che si possono leggere oggi sul sito del Ministero della Salute:
“A seguito delle indagini condotte sui casi di epatite colestatica segnalati dopo l’assunzione di integratori alimentari contenenti estratti e preparati di Curcuma longa, e, in un caso, dopo il consumo di Curcuma in polvere, il gruppo interdisciplinare di esperti appositamente costituito e la sezione dietetica e nutrizione del comitato tecnico per la nutrizione e la sanità animale hanno concluso che, ad oggi, le cause sono verosimilmente da ricondurre a particolari condizioni di suscettibilità individuale, di alterazioni preesistenti, anche latenti, della funzione epato-biliare o anche alla concomitante assunzione di farmaci.
Gli eventi segnalati hanno coinvolto preparati ed estratti di curcuma diversi tra di loro e si sono verificati dopo l’assunzione di dosi molto variabili di curcumina, anche se nella maggior parte dei casi il titolo di tale sostanza era elevato e spesso associato ad altri ingredienti volti ad aumentarne l’assorbimento.
Le analisi effettuate sui campioni dei prodotti correlati ai casi di epatite hanno escluso la presenza di contaminanti o di sostanze volontariamente aggiunte quali possibili cause del danno epatico.
Dall’esame dei dati della letteratura scientifica e dalle informazioni fornite dagli altri Stati membri, sono emerse segnalazioni di casi di epatiti acute ad impronta colestatica correlati all’uso di estratti di curcuma anche in altri Paesi.
Pertanto, alla luce di tali conclusioni, si è deciso di adottare una specifica avvertenza per l’etichettatura degli integratori in questione, volta a sconsigliarne l’uso a soggetti con alterazioni della funzione epato-biliare o con calcolosi delle vie biliari e, in caso di concomitante assunzione di farmaci, ad invitare comunque a sentire il parere del medico.
Per la curcuma in polvere, considerando la storia e le dimensioni del consumo come alimento, non sono emersi elementi per particolari raccomandazioni.”
Purtroppo, come per altri prodotti fitoterapici, ormai il danno d’immagine è stato fatto e difficilmente verrà cancellato.
Resta, a mio avviso, l’estremo interesse per questo principio vegetale, particolarmente in questa fase della pandemia.
[1] EMA assessment report on Curcuma longa L. rhizoma.
[1] Catanzaro M,Corsini E, Rosini M, Racchi M, Lanini C. Immunomodulators Inspired by Nature. A Rewiew on Curcumin and Echinacea. Molecules. 2018; 23(11): 2778.
[1] Jenny Epstein, Ian R. Sanderson and Thomas T. MacDonald. Curcumin as a therapeutic agent: the evidence from in vitro, animal and human studies. Review article. British Journal of Nutrition (2010), 103, 1545–1557.
[1] Relazione sulla tossicità di Curcuma e curcuminoidi. SIFITlab. Laboratori di analisi di Siena. 30/Gen/2020.
[1] Cuomo J, Appendino G, Dern AS, Schneider E, McKinnon TP, Brown MJ, Togni S, Dixon BM. Comparative Absorption of a standardized Curcuminoid Mixture and Its Lecithin Formulation. Clinical Trial. J Nat Prod. 2011 Apr 25;74(4):664-9.
[1] Relazione sulla tossicità di Curcuma e curcuminoidi. SIFITlab. Laboratori di analisi di Siena. 30/Gen/2020.
[i] EMA assessment report on Curcuma longa L. rhizoma.
[ii] Catanzaro M,Corsini E, Rosini M, Racchi M, Lanini C. Immunomodulators Inspired by Nature. A Rewiew on Curcumin and Echinacea. Molecules. 2018; 23(11): 2778.
[iii] Jenny Epstein, Ian R. Sanderson and Thomas T. MacDonald. Curcumin as a therapeutic agent: the evidence from in vitro, animal and human studies. Review article. British Journal of Nutrition (2010), 103, 1545–1557.
[iv] Relazione sulla tossicità di Curcuma e curcuminoidi. SIFITlab. Laboratori di analisi di Siena. 30/Gen/2020.
[v] Cuomo J, Appendino G, Dern AS, Schneider E, McKinnon TP, Brown MJ, Togni S, Dixon BM. Comparative Absorption of a standardized Curcuminoid Mixture and Its Lecithin Formulation. Clinical Trial. J Nat Prod. 2011 Apr 25;74(4):664-9.
[vi] Relazione sulla tossicità di Curcuma e curcuminoidi. SIFITlab. Laboratori di analisi di Siena. 30/Gen/2020.