Alzheimer: una corsa contro il tempo
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Marzo 18, 2024Lunedì 4 marzo si è svolto, organizzato da Giuseppe Guaglianone, vicepresidente dell’Ordine dei Farmacisti di Roma, un interessantissimo corso ECM sul tema delle “Demenze”.
Erano presenti i vertici del “Centro per i Disturbi Cognitivi e le Demenze” della Fondazione Santa Lucia di Roma: Il prof. Carlo Caltagirone Direttore Scientifico della Fondazione, la prof.ssa Clelia Pellicano Direttrice dell’Ambulatorio per le malattie di Parkinson e i Disordini del Movimento ed il prof. Fabrizio Piras psicologo, direttore dell’Ambulatorio Stimolazione Cognitiva.
Tre punti di vista, che hanno messo in luce aspetti diversi e di fondamentale importanza per comprendere lo stato dell’arte su questo tema ed il ruolo da protagonista che può avere il farmacista, per prevenire una patologia così distruttiva sull’essenza stessa dell’umanità dell’individuo.
Da un punto di vista epidemiologico l’Alzheimer sta aumentando velocemente il numero delle persone coinvolte, tanto da far scrivere sull’Alzheimer’s Desease International che se attualmente, nel mondo, sono all’incirca 900 Milioni gli over 60 coinvolti da tale malattia, si prevede che tra il 2015 ed il 2050, il numero di persone anziane che vivono nei paesi ad alto reddito procapite crescerà del 56%, nei paesi a reddito medioalto l’aumento previsto è del 138%, in quelli a reddito medio-basso è del 185%, mentre nei paesi a reddito basso la crescita stimata è del 239%. La massima crescita del fenomeno è da attribuirsi all’invecchiamento della popolazione, ma spicca la forte differenza tra lo sviluppo al Nord rispetto al Sud del Mondo. Su questo dato torneremo tra breve.
Di estremo interesse è sapere che una parte importante della ricerca sul tema sia concentrata sui Marker Biologici in grado di diagnosticare per tempo la futura patologia, come messo in evidenza dal prof. Caltagirone.
Il diagnosticare, ad esempio, il formarsi di una placca di B-Amiloidi all’interno della scatola cranica sarebbe in grado di anticipare una diagnosi di Patologia conclamata di ben 18 anni! Ugualmente questo dato vale per il depositarsi della proteina Tau fosforilata, che anticiperebbe di ben 11 anni l’insorgere dell’Alzheimer!
Queste scoperte potrebbero sembrare ininfluenti, dato che per ora nessuna terapia farmacologica sembra contrastare l’avanzamento della patologia, una volta che la massa cerebrale inizia ad essere intaccata (fase attiva finale).
I farmaci fin qui sintetizzati, che andrebbero a “ripulire” il cervello dai depositi Amiloidei non solo non sembrano far regredire la patologia, ma, in alcuni casi, peggiorano addirittura lo stato di Atrofia, come ci ha illustrato la prof.ssa Pellicano.
A che serve, allora, sapere prima? Addirittura, si potrebbe correre il rischio di venir discriminati al lavoro ed in famiglia quando ancora non si è colpiti realmente dall’Alzheimer!
In realtà, come mostrano i dati illustrati dal prof. Piras, se il numero in assoluto dei malati è destinato a crescere a causa dell’invecchiamento, la prevalenza percentuale della patologia è diminuita in Italia ed in tutto il Mondo economicamente più sviluppato negli ultimi decenni.
Questo dato, che può apparire paradossale, in assenza di una terapia farmacologica, è determinato, come dimostrano ormai da tempo i Fingers Study (l’ultimo italiano è del 24 ottobre 2023) dalla presa in carico di tutti i fattori di rischio dell’Alzheimer.
Ipertensione, diabete, obesità, fumo, abuso di alcolici, inattività fisica, stato infiammatorio diffuso, traumi cranici ed in modo particolare depressione e perdita dell’udito, conducono allo sviluppo di questa patologia dalle cause multifattoriali.
Da questo punto di vista, la presa in carico da parte del farmacista sul paziente, come ha giustamente evidenziato Giuseppe Guaglianone, diventa un fattore determinante la prevenzione della patologia, che arriva a colpire nell’insieme delle demenze (di cui l’Alzheimer rappresenta il 60%) ben il 30% degli over 80!
A cura di Tito Piccioni
Commissione scientifica MondoFarmacia