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Il concetto di farmacista clinico resta, ancora oggi, una chimera nel panorama sanitario italiano. Eppure, i profondi cambiamenti socio-sanitari dell’ultimo decennio rendono evidente quanto sia urgente rivedere i percorsi formativi universitari delle professioni sanitarie. La Laurea in Farmacia, per esempio, non può più essere limitata a un ciclo unico abilitante centrato quasi esclusivamente su chimica e tecnologie farmaceutiche.
Infatti, se da un lato questo approccio garantisce una solida base scientifica, dall’altro trascura competenze essenziali per la pratica quotidiana del farmacista moderno, come quelle cliniche, comunicative, anamnestiche e di orientamento al cittadino. Nella realtà della Farmacia dei Servizi, o nella negoziazione dei farmaci in ambito ospedaliero, il farmacista è chiamato a interagire in modo diretto con la persona, offrendo supporto su problematiche concrete, anche legate a piccole patologie. In questo contesto, l’attuale assetto formativo appare inadeguato e distante dai bisogni reali del territorio.
Emblematico è il dato che riguarda la Facoltà di Farmacia a Roma: circa il 70% degli studenti risulta essere fuori corso. Una statistica che non può essere ignorata e che apre una riflessione doverosa: cui prodest? Forse è il momento di domandarsi se sia ancora utile insistere su un modello formativo carico di formule e reazioni chimiche, quando esistono percorsi più specifici per chi vuole approfondire quell’ambito, come la Laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche (CTF).
Serve un cambio di rotta deciso. Servono corsi che insegnino, per esempio, elementi di dermatologia o di medicina interna, utili per supportare il cittadino nella gestione delle piccole patologie. Nessuno vuole sostituirsi al medico — lungi da noi — ma nella realtà dei fatti, il farmacista è il primo professionista sanitario a cui il cittadino si rivolge. È quindi necessario che sia formato per offrire risposte corrette, consapevoli e tempestive.
Da anni, insieme alla collega e amica Carla Bruschelli, medico e docente di Medicina Interna presso l’Università Sapienza di Roma, promuoviamo una riflessione profonda su questi temi. Una riflessione che parta dall’università e che prosegua con master post-laurea dedicati, pensati specificamente per il ruolo del farmacista clinico. Un ruolo di cui non possiamo più rinviare l’introduzione e il pieno riconoscimento professionale.
Solo in questo modo potremo restituire al farmacista la centralità che merita nel sistema sanitario moderno: non semplice dispensatore di farmaci, ma interlocutore competente, formatore della salute e sentinella del territorio.
dott. Franco Caprino
Consiglio Direttivo MondoFarmacia