
Papilloma Virus Umano (HPV): Stato dell’arte vaccinale e prospettive future in Italia
Settembre 17, 2025Le infezioni sessualmente trasmissibili (IST) rappresentano ancora oggi una delle sfide più complesse della sanità pubblica. Si diffondono silenziosamente, colpiscono soprattutto giovani adulti, e spesso rimangono a lungo non diagnosticate, alimentando così la trasmissione e aumentando il rischio di complicanze tardive. In questo scenario la farmacia di comunità, per la sua capillarità, accessibilità e riconosciuta fiducia da parte dei cittadini, si configura come un presidio privilegiato per la prevenzione, l’intercettazione precoce dei bisogni e, in alcuni contesti, perfino per l’erogazione diretta di servizi diagnostici e terapeutici.
I numeri aiutano a capire la portata del fenomeno. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno si registrano nel mondo circa 374 milioni di nuove infezioni da IST curabili come clamidia, gonorrea, sifilide e tricomoniasi: significa più di un milione di persone contagiate ogni giorno. La clamidia, da sola, colpisce circa 129 milioni di individui, la gonorrea 82 milioni, la tricomoniasi 156 milioni, mentre la sifilide si attesta intorno ai 7 milioni di nuovi casi. Sono cifre impressionanti, che rendono evidente come queste malattie non siano affatto un ricordo del passato.
Anche l’Italia non fa eccezione. Nel 2021, il sistema di sorveglianza ha registrato 5.761 nuovi casi, con un incremento di quasi il 18% rispetto all’anno precedente, probabilmente anche a causa della ripresa dei contatti sociali dopo i periodi più duri della pandemia. Dal 1991 al 2021 sono stati notificati oltre 151.000 casi di IST, e le patologie più frequenti restano i condilomiano-genitali (oltre 65 mila casi, cioè più del 40% del totale), seguiti dalla sifilide latente e dall’herpes genitale. L’età mediana delle persone segnalate è di circa 32 anni e, in oltre il 70% dei casi, si tratta di uomini. Si nota inoltre un aumento consistente della clamidia e della gonorrea, entrambe più che triplicate nell’ultimo decennio.
La prevenzione primaria rimane l’arma più potente e la farmacia può svolgere un ruolo determinante in diversi ambiti. Anzitutto nell’educazione e nel counselling: un linguaggio chiaro, non giudicante e inclusivo è in grado di abbattere barriere culturali e stigma, offrendo informazioni corrette sull’uso dei dispositivi di protezione e sulla necessità di test periodici.
Accanto al consiglio professionale, la farmacia può garantire l’accesso a presidi fondamentali come preservativi, lubrificanti compatibili, dighe dentali, autotest per l’HIV dove consentiti, nonché materiale informativo sulle vaccinazioni contro HPV ed epatite B. Anche la riduzione del danno fa parte di questo orizzonte: il farmacista può informare i cittadini sull’esistenza della profilassi post-esposizione (PEP) e pre-esposizione (PrEP) per l’HIV, indirizzandoli verso i centri competenti.
Se la prevenzione costituisce il primo pilastro, lo screening rappresenta quello successivo.
Diversi modelli internazionali dimostrano che la farmacia può diventare non solo un luogo in cui ottenere informazioni e dispositivi, ma anche un punto di accesso per i test. Nei Paesi anglosassoni è frequente l’approccio ‘test-to-refer’, in cui il cittadino effettua in farmacia un test rapido o ritira un kit per l’auto-raccolta del campione, e successivamente viene indirizzato a un centro specialistico per la conferma e l’eventuale trattamento. Ancora più innovativo è il modello
‘test-to-treat’, che prevede la possibilità, per il farmacista, di completare l’intero percorso: dall’esecuzione del test alla somministrazione della terapia standardizzata in caso di positività, sempre in stretta collaborazione con i servizi clinici territoriali. Le esperienze internazionali offrono esempi concreti di successo. Nel Regno Unito le farmacie partecipano da anni al National Chlamydia Screening Programme, distribuendo kit gratuiti per i giovani e offrendo anche contraccezione di emergenza con counselling mirato al rischio IST.
Negli Stati Uniti molte farmacie effettuano test rapidi per l’HIV e in alcuni stati, come Oregon e Colorado, sono diventate punti di accesso alla PrEP; progetti pilota hanno sperimentato anche il test-to-treat per clamidia e gonorrea. In Australia le farmacie non solo partecipano a campagne di test rapido per HIV, ma in alcune regioni i farmacisti sono autorizzati a prescrivere la PrEP, facilitando l’accesso a popolazioni a rischio. Anche in contesti a risorse limitate, come il Ghana, la farmacia rappresenta il primo punto di contatto per chi presenta sintomi di IST, benché siano emersi limiti legati alla formazione degli operatori e alla disponibilità di strumenti diagnostici. In Irlanda, infine, un’indagine recente ha mostrato che i farmacisti sono generalmente favorevoli all’offerta di servizi per le IST, purché supportati da un adeguato quadro normativo e da programmi formativi specifici.
Questi esempi mettono in luce sia le potenzialità sia le criticità da affrontare. Le farmacie, se adeguatamente integrate nel sistema sanitario, possono contribuire in modo significativo a ridurre lo stigma, aumentare il numero di test effettuati e accelerare i tempi di diagnosi e trattamento. Tuttavia, per rendere questa prospettiva concreta, è necessario garantire la riservatezza degli utenti, predisporre spazi idonei, formare il personale, validare i test disponibili
e stabilire protocolli chiari di gestione e referral. In Italia, il quadro normativo della Farmacia dei Servizi offre già un terreno fertile per sviluppare iniziative in questo campo, ma la loro implementazione richiede accordi tra istituzioni, ordini professionali e associazioni di categoria.
La sfida è dunque culturale e organizzativa. Parlare di sessualità in farmacia significa abbattere tabù, garantire un linguaggio rispettoso e inclusivo, e offrire ai cittadini un servizio che non sia solo commerciale, ma autenticamente orientato alla salute pubblica. In questo senso, la farmacia può diventare un presidio ‘IST-ready’, capace di informare, prevenire, testare e accompagnare le persone verso cure appropriate. È un passo importante non solo per la professione, ma per l’intera società, in cui salute e dignità delle persone passano anche dalla capacità di affrontare
senza pregiudizi temi troppo a lungo relegati nell’ombra.
dott. Tito Piccioni
Commissione Scientifica MondoFarmacia
Bibliografia essenziale
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